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[REVIEW PARTY] Recensione di "La città di ottone" di S.A. Chakraborty

Aggiornamento: 24 giu 2020


Buon pomeriggio, lettori!

Finalmente siamo arrivati alla fine di questo bellissimo percorso che ha visto me, La_stanza_dei_libri e altre dieci fantastiche ragazze analizzare ogni aspetto di questo libro in uscita oggi.

Un grazie va nuovamente alla Oscar Mondadori che ci ha permesso di organizzare questo evento e di potervene parlare in anteprima.






















Titolo: La città di Ottone

Autore: S.A. Chakraborty

Casa editrice: Mondadori

Pagine: 528

Data d'uscita: 16 Giugno 2020

Prezzo: €22,00


Egitto, XVIII secolo. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un’abile guaritrice e di saper condurre l’antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all’interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L’arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.


Sfogliando le prime pagine di "La città di ottone" si viene subito catapultati nel Cairo, ove possiamo fare la conoscenza della nostra protagonista: Nahri.

Nahri vive "truffando" la gente: infatti, senza che riesca a percepire appieno il suo dono e quindi ingannando il prossimo, pratica il mestiere di guaritrice.

Il suo più grande desiderio è quello di trasferirsi e poter davvero imparare come guarire le persone seguendo gli insegnamenti dei precettori di Instanbul.

Un giorno incontra, o meglio invoca involontariamente, Dara, un affascinante jinn guerriero, che l'aiuterà a far luce sulle sue origini e sul suo dono.

Proprio Nahri e Dara affronteranno insieme un viaggio, fatto di incontri misteriosi con creature magiche, verso la città di ottone, Daevabad. Cosa accadrà ai nostri due personaggi?


"La città di ottone" inizialmente presenta un ritmo lento e pieno di nomi e riferimenti un po' difficili da capire e per il quale mi sono dovuta aiutare con il glossario che si trova alla fine del libro.

A un certo punto, però, diventa incalzante e accattivante ed è impossibile staccare gli occhi dal libro, fin quando non si arriva alla fine e si sente il bisogno di sapere come prosegue la storia.

A tal proposito il finale mi è piaciuto, anche se è stato un duro colpo da incassare... e sicuramente attendo con ansia il secondo volume, "The Kingdom of copper".


Lo stile di scrittura di Chakraborty è fluido e i dialoghi sono ben scritti, ma la cosa che più mi ha affascinata è la descrizione degli ambienti: sembra proprio di trovarsi all'interno del caldo Antico Egitto.

Nonostante i numerosi intrecci di cui vi ho parlato nell'approfondimento sull'anello dei Nahid, una volta memorizzati vari nomi, anche grazie al glossario che si trova alla fine del libro, la narrazione risulterà essere più semplice e intrigante.

La storia viene impostata su un doppio POV: quello di Nahri e quello di Ali, il principe. Peccato non aver potuto conoscere qualcosa in più su Dara leggendo i suoi pensieri e vivendo le vicende dal suo punto di vista.


Sicuramente è un fantasy che consiglio caldamente; se dovessi proprio dir qualcosa su questo romanzo mi sentirei di consigliare il formato cartaceo rispetto a quello digitale perché è più semplice consultare il glossario, specie all'inizio del libro in cui ci si sente spaesati visti tutti i nomi da imparare.


Il mio voto per questo libro è:




Sicuramente è uno dei migliori libri letti quest'anno superando, forse, Falce.


Vi invito a scoprire le recensioni delle altre undici ragazze: la penseranno come me o se ne discosteranno visibilmente?


Alla prossima lettura,

Federica.



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