[REVIEW PARTY] "Hunger Games - Ballata dell'usignolo e del serpente" di Suzanne Collins
Buongiorno lettori!
Finalmente, dopo un percorso attraverso i libri della trilogia di Hunger Games giungiamo all'analisi del prequel uscito per Mondadori lo scorso 19 Maggio.
Come sempre ringrazio tantissimo Beatrice di Eynys Paolini Books per aver organizzato l'evento e la Mondadori per avermi fornito della magnifica copia cartacea.
Titolo: Hunger Games - Ballata dell'usignolo e del serpente
E' la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l'unica, esile, possibilità di riportarlo all'antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D'ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l'arena avrà luogo un duello all'ultimo sangue, ma fuori dall'arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.
Devo ammettere che durante le prime pagine mi sono trovata spaesata: come può essere che gli Hunger Games, che durante la settantaquattresima edizione era la ricorrenza più attesa dell'anno, durante i primi anni fossero quasi "ripudiati"?
I ricordi di una guerra così ancora vicina e gli Hunger Games che sono letteralmente il "pegno" che ogni distretto deve pagare per la ribellione, non permettono ai cittadini di Capitol City di apprezzare questi "giochi" come invece accade durante l'edizione di Katniss, quando il dolore e la sofferenza della guerra sono un ricordo lontano.
Con il "Trattato del Tradimento" viene deciso, come sappiamo, che da ogni distretto vengono prelevati i due tributi, un maschio e una femmina; grazie alla "ballata dell'usignolo e del serpente" scopriamo, inoltre, che i più meritevoli studenti dell'accademia di Capitol City divengono mentori dei tributi.
Ed è qui che entra in gioco Coriolanus: la sua voglia di riscattare il nome della sua famiglia si percepisce sin dalle prime battute. Gli Snow si sono ritrovati a patire la fame quando, dopo l'attacco al distretto 13 che, come sappiamo, viene distrutto la sua famiglia cade in disgrazia: infatti gli Snow avevano investito i loro averi proprio nei possedimenti del distretto decaduto.
E' accaduto ciò che mai mi sarei aspettata: la Collins è stata in grado di farmi entrare in empatia con Snow, un personaggio così ben caratterizzato nella trilogia che l'ho sempre odiato profondamente. Ora, con questo nuovo romanzo, mi sono trovata quasi a compatirlo quando, per la cerimonia dell'assegnazione dei tributi ai mentori, si vergognava ad uscire di casa con gli abiti stracciati e si è ritrovato a ringraziare profondamente sua cugina Tigris per una camicia dall'aspetto quasi nuova al quale ha lavorato tutta la notte.
Nonostante questo ho trovato affascinante come, nonostante le prime impressioni e sensazioni di cui vi ho parlato, scavando nella mente di Snow sia letteralmente evidente la sua capacità di manipolazione che abbiamo conosciuto durante la trilogia. Lui sa di essere un gradino sopra gli altri e non ha timore di dimostrarlo in ogni occasione.
Se nella trilogia mi son trovata con il fiato sospeso per tantissime situazioni, qui la Collins mi ha sorpresa: ci ha proposto un titolo che vira più verso l'aspetto psicologico dei personaggi, ci permette di addentrarci a piè pari a Panem e al fianco di Snow e del suo tributo.
Nonostante quanto detto devo anche dire che la penna della Collins è sempre la stessa: nonostante siano passati dieci anni da "Il canto della rivolta" ho piacevolmente ritrovato il modo di scrivere dell'autrice che ho tanto apprezzato.
In questo capitolo la narrazione risulta essere in terza persona singolare, riferendosi in questo caso a Snow, e permette al lettore di comprendere ogni pagina al meglio avendo così una visione dettagliata della storia, quasi come ci si trovasse all'interno della stessa Capitol City.
Detto ciò non posso non citarvi "Gli Snow posano in cima", frase che viene ripetuta costantemente nel romanzo e che troverà la sua motivazione all'interno dello stesso.
Il mio voto per questa nuova chicca della Collins è:
4/5, titolo che consiglio a chi vuole avere una visione più approfondita del mondo di Panem, ma anche a chi vuole intraprendere per la prima volta il suo viaggio a Capitol City.
Vi invito a leggere le recensioni dei miei colleghi in calendario e vi rimando alla prossima lettura.