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[RECENSIONE] "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen - #unlibroperamico

Buon pomeriggio lettori!

Un po' di tempo fa, chiacchierando come al solito sulle nostre letture attuali, io e Michela del blog La stanza dei libri abbiamo pensato fosse giunto il momento di dedicarci a una rubrica da portare avanti insieme; nasce, quindi, #unlibroperamico, rubrica a cadenza mensile nella quale io propongo due titoli tra cui scegliere a Michela (e viceversa) e lei dovrà leggerlo, recensirlo e rispondere ad alcune mie domande.


Questo mese mi ha proposto un classico che rimando dal liceo, letteralmente: si tratta, come anticipato dal titolo, di "Orgoglio e Pregiudizio" di Jane Austen; a lei è toccato, invece, "Come uccidono le brave ragazze" di Holly Jackson. Diciamo che abbiamo giocato entrambe abbastanza in casa: lei sapeva che un titolo simile mi avrebbe colpita tanto e io sapevo che il titolo della Jackson l'avrebbe intrigata particolarmente.

Ma bando alle ciance e ciancio alle bande e catapultiamoci in questa storia che rappresenta un must della letteratura inglese.


Titolo: Orgoglio e pregiudizio

Autrice: Jane Austen

Casa editrice: Rizzoli

Collana: Classici BUR Deluxe

Data d'uscita: 8 Maggio 2018

Pagine: 460

Prezzo: €18,00

ISBN: 9788817100380












In provincia non succede mai molto, e l'arrivo di due scapoli giovani e benestanti è un avvenimento. Specialmente in una casa con ragazze in età da marito e di scarsi mezzi, come sono le cinque sorelle Bennet. Eppure, fin dal primo incontro, tra la vivace Elizabeth e lo scostante Darcy scatta una cordiale antipatia; quando la ragazza scopre che lui trama contro la liaison tra l'amata sorella Jane e l'amico Bingley, l'avversione si fa ancora più forte. Ma gli eventi sgretoleranno il pregiudizio di Elizabeth, e anche Darcy, nonostante il suo orgoglio aristocratico, si scoprirà perdutamente innamorato.

Nel suo capolavoro, Jane Austen tratteggia con affetto e brio la vita provinciale che conosceva così bene, e i suoi personaggi deliziosi animano un romanzo di costume tra i più amati della letteratura inglese. Questa edizione è arricchita dalle illustrazioni di Hugh Thomson, che sorprendono per l'immediatezza con cui fanno rivivere, in pochi tratti, le atmosfere dell'Inghilterra di Jane Austen e la commedia dei sentimenti più attuale, divertente e longeva che sia mai stata scritta.


A non aver letto "Orgoglio e pregiudizio" della Austen eravamo rimaste io e io: una grandissima lacuna che, grazie a questa rubrica, ho potuto colmare.

La trama, per via di una lettura passata o per studi al liceo in letteratura inglese, la conoscono un po' tutti, tuttavia faremo un brevissimo riassunto.

Nell'Inghilterra Ottocentesca, periodo in cui il debutto in società da parte delle ragazze significava anche l'urgenza di trovar marito, troviamo la famiglia dei Bennett con ben cinque figlie da dare in sposa e pochi mezzi.

L'incontro tra Elizabeth, seconda figlia dei Bennett, e Fitzwilliam Darcy durante il ballo organizzato da Sir Lucas, è a dir poco scoppiettante: lui, all'apparenza altezzoso e orgoglioso, giudica "appena passabile" la ragazza, che lo sente e lo prende in antipatia.

A peggiorare la situazione, c'è una speciale simpatia tra sua sorella maggiore, Jane e il caro amico di Mr. Darcy, il signor Bingley.

Tra tè delle cinque, passeggiate, regole sociali e prefissi, la storia è solo all'inizio.


Ormai ne sono convinta: "Orgoglio e Pregiudizio" è un must, una lettura da fare almeno una volta nella vita.

Scritto tra il 1796 e 1797, il titolo originale assegnato all'opera fu "First Impression"; tuttavia, fu pubblicato in maniera anonima quasi vent'anni dopo a seguito di alcune revisioni.

La mia affermazione iniziale non è da legare direttamente alla storia tra Elizabeth e Fitzwilliam (anche se sono ufficialmente una bimba di Mr. Darcy) o a quella tra Jane e il signor Bingley: questo romanzo è una vera e propria denuncia da parte della Austen verso quella che era la situazione della donna a metà Ottocento.

Ho ben impressa la lezione del mio professore di inglese del liceo, durante il quarto anno per l'esattezza, quando passò un paio di ore a spiegarci quanto effettivamente Pride and Prejudice fosse un "grido" da parte dell'autrice, dove la storia tra Mr. Darcy e la Bennett quasi fosse messa in secondo piano, dando tanta scena a quelle che erano le abitudini e routine delle giornate dell'epoca. Tale scenario lo trovo quasi aberrante, ragionando con una mente di una donna venticinquenne, visti quanti sogni e ambizioni mi ritrovo ad avere; per me sarebbe fuori discussione il vivere nella bambagia più totale, senza aver nulla da fare nella vita se non trovar marito una volta debuttato in società; col suo stile ironico e unico, Jane Austen non fa che sottolineare questa situazione, denunciandola e sottolineando l'importanza dell'emancipazione femminile.


Ovviamente il rapporto tra i due mi ha colpita e mi è entrata nel cuore: sono pur sempre una romanticona e non vedo l'ora di poter vedere il film con protagonisti Keira Knightley e Matt Macfadyen, giusto per sognare ancora un po'.

Nota di merito speciale va al capofamiglia Bennett: lo adoro, la sua simpatia e la battuta sempre al momento giusto mi han spezzata dal ridere.


Questa non sarà una recensione standard, anzi! Di solito avrei continuato a scrivere ancora un po' delle mie impressioni, tuttavia Michela mi ha lasciato tre domande in cui, sicuramente, trasparirà anche quello che è il mio parere complessivo.


1. In quale delle sorelle Bennet ti identifichi di più?

In realtà credo di essere un mix tra Elizabeth e Jane: se in Elizabeth mi rivedo nel suo essere impertinente, ironica e dalla lingua tagliente, in Jane rivedo il mio esser ingenua (per gli amici anche detto "credulona"), dolce e gentile. E in tutto ciò ci metterei anche una spruzzata di Mary, con la sua saccenteria sfacciata.

Se proprio dovessi scegliere, però, direi assolutamente Jane senza alcuna ombra di dubbio.


2. Ti è piaciuto come è stato valorizzato il rapporto tra le sorelle? Il legame di Jane ed Elizabeth ha reso più forte la narrazione?

Assolutamente sì: ho dalla mia il fatto di non esser figlia unica, quindi posso capire cosa sia l'amore verso qualcuno con cui si condivide, praticamente sin dalla nascita, tutta la vita.

Il legame tra Jane ed Elizabeth, a mio parere diverso di quello delle sorelle di "Persuasione", è chiaramente e indiscutibilmente indissolubile, genuino e colmo d'amore.


3. Ti è piaciuto lo stile di scrittura usato dalla Austen? L'ironia che la contraddistingue pensi che abbia giovato alla storia?

Lo stile della Austen reputo che sia unico: l'ironia, intelligente, ben dosata e divertente, fa da colonna portante a una storia che è entrata nel cuore di ogni lettore, rendendolo un titolo senza tempo.

Ma non è solo l'ironia ad avermi colpita: lo stile rende i personaggi così particolareggiati da renderli non solo famigliari nella mia mente ma quasi... vivi.

Anche l'amore non è descritto in maniera banale, melenso e dolce da essere quasi nauseabondo, anzi; è intrigante, sopra le righe, accattivante.

Il saper poi dar spunto a decenni, anzi secoli, di riflessioni su un'opera rende la Austen unica, una scrittrice dallo stile unico e senza tempo.


Dopo tutto ciò che ho scritto a quanto pare non c'è bisogno del voto finale ma, per completezza, ve lo lascio di seguito.


Ovviamente il massimo per un classico che, inaspettatamente, è diventato uno dei miei preferiti insieme a "Romeo e Giulietta" che mi è entrato nel cuore durante i tempi del liceo.

Ma... quale sarà la prossima lettura di questa rubrica? ;)

Abbiate pazienza e lo scoprirete.



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