[RECENSIONE] "La ragazza nella torre" di Katherine Arden
Buongiorno lettori!
Come sapete ero rimasta a dir poco entusiasta e innamorata da "L'orso e l'Usignolo", titolo della Arden edito in Italia da Fanucci Editore, che ringrazio per avermi omaggiata anche di questo secondo volume coltivando, così, la mia passione per questa saga.
Ma bando alle ciance e ciancio alle bande, iniziamo subito!
Orfana e sola, costretta ad abbandonare il suo villaggio, Vasja dovrà rassegnarsi a trascorrere la vita in un convento o a permettere alla sorella maggiore di darla in sposa a un principe moscovita. Entrambe le strade la condannano a una vita in una torre, tagliata fuori dal vasto mondo che invece desidera esplorare. Così sceglie una terza via: travestendosi da ragazzo cavalca attraverso il bosco per sfuggire a un destino che altri hanno scritto per lei. A Mosca, intanto, la corte imperiale è scossa da lotte di potere e tumulti. Nelle campagne alcuni banditi razziano i campi, bruciano i villaggi e rapiscono le fanciulle. Dopo essere partiti per sconfiggere i briganti, il Gran principe e i suoi boiardi si imbattono in un giovane uomo in groppa a un magnifico destriero. Solo Saša, un monaco guerriero, capisce che il “ragazzo” altri non è che sua sorella, creduta morta dopo la fuga dal suo villaggio in seguito all’accusa di stregoneria. Ma quando Vasja dà prova del suo valore in battaglia, cavalcando con una destrezza eccezionale e con un’inspiegabile forza, Saša realizza che dovrà a tutti i costi mantenere il segreto della sua vera identità, per salvare la vita dell’unica persona in grado di fronteggiare le forze oscure che minacciano di distruggere l’impero…
Il prologo di questo secondo volume ci catapulta immediatamente al fianco di Vasja e, ormai rimasta sola e in fuga, la ritroviamo al galoppo del suo destriero mentre, in un bosco di conifere, le appare davanti magicamente una porta da cui fa capolino un uomo che la riconosce immediatamente: è il re dell’Inverno, Morozko, che tenta di dissuaderla dal suo viaggio appena intrapreso senza però darle spiegazioni; questo silenzio spingerà ulteriormente Vasja verso la fuga.
"Era tarda notte e una fanciulla cavalcava uno stallone baio attraverso la foresta. [...] Era quasi mezzanotte. Un’ora stregata, magica, di una notte su cui incombevano il gelo, la tempesta e uno sterminato cielo pallido. Eppure la fanciulla e il suo stallone sfrecciavano tra gli alberi, instancabili."
Ma come siamo arrivati a questo punto?
Come sappiamo dalla fine del primo volume, Vasja si è trovata costretta, dopo aver perso il padre e la matrigna, a rifiutare il suo futuro segnato e deciso da terzi: infatti si trova a scegliere scegliere se sposare un principe moscovita o entrare in convento, il tutto condito dall'essere additata come "strega".
Ma Vasja non accetta questo destino, lo rifiuta, lei è nata per essere una viaggiatrice accompagnata dal suo cavallo Solovej; così indossa abiti maschili, nasconde i capelli con un berretto e parte per conto suo.
E' lampante come i primi giorni da viaggiatrice siano difficili, specie per via dell'inesperienza e dell'ingenuità, rischiando molteplici volte di farsi male ma allo stesso tempo imparando dai suoi errori e non lasciandosi buttar giù.
Il suo viaggio la porterà dritta a incrociare il proprio cammino con quello del Gran Principe di Mosca, e fratello Aleksandr, ovvero Saša, il fratello amato di Vasja diventato monaco; quest'ultima dovrà fingersi Vasilij Petrovič così da andare a Mosca senza esser scoperta e rivedere sua sorella Ol'ga.
Vorrei, come per il primo volume, fermarmi un attimo a osservare la copertina: è ben realizzata, i colori tiepidi dell'alba lasciano intendere tanto secondo me e soprattutto è esteticamente molto bella... ma la mia preferita continua ad essere quella realizzata per il primo volume.
Al termine del romanzo vi è un glossario, preceduto da una nota in cui viene brevemente spiegata una nozione di grammatica russa, con cui il lettore può aiutarsi a capire ed entrare ancor di più nella vicenda, come se ci si trovasse nella fredda Mosca.
A proposito della fredda Mosca, l'ambientazione risulta essere, come sempre, curata nei minimi dettagli pur trattandosi di una terra praticamente sconfinata.
Resto sempre esterrefatta dallo stile narrativo della Arden, è capace di catturare il lettore con la storia, le nozioni che vi inserisce al suo interno, le storie del folklore russo di cui resto sempre a bocca spalancata: è davvero una scrittrice a parer mio pazzesca e che sa tenere sulle spine il lettore, lasciando quella sensazione che lo porta ad aspettarsi sempre un colpo di scena e restando, così, sul filo del rasoio.
Non è, inoltre, facile prendere un contesto storico di cui non si hanno così tante nozioni e approfondirlo, pur sapendo giocare con la storia russa che, invece, ne è ricca e che permette di stimolare fortemente la curiosità di chi sfoglia le pagine del libro.
La caratterizzazione di Vasja, se possibile, ha fatto sì che io adorassi questo personaggio ancor più rispetto al primo romanzo: al giorno d'oggi, sebbene in alcuni paesi tutto questo ancora accada, non è facile parlare di come un tempo le donne fossero costrette a scegliere se sposarsi e a fare figli o diventare suore, azzerando la propria libertà.
La nostra protagonista invece è coraggiosa, forte, impavida e sa imparare dai suoi errori generati dell'inesperienza e ingenuità. Il suo rapporto con Morozko, re dell'Inverno, è complicato e pieno di segreti, capace di tenere sulle spine il lettore e provocando notevole curiosità su come effettivamente si evolveranno le cose tra i due.
Il mio voto per questo secondo volume è:
5/5 per questo secondo volume. Sappiate che mi sto già per buttare a capofitto sul terzo romanzo della serie!
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