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[RECENSIONE] "La ballata della regina senza testa" di Filippo Pace

Buon pomeriggio lettori!

Oggi vorrei parlarvi di questo titolo che ho letto di recente e che ho apprezzato molto.





















Titolo: La ballata della regina senza testa Autore: Filippo Pace Data di uscita: 12 Luglio 2017 Prezzo: versione cartacea €15,00 ebook €4,50 Editore: Condaghes Lunghezza del libro: 272 pagine Genere: Distopico



Sinossi:


In una notte di tempesta nasce Teodora, unica figlia di re Carlo, erede al trono della mitica Zarfrigia. Non solo è una donna, ma per giunta è - letteralmente - priva di testa. Questa sua mancanza diventa l´inizio di un barocco e manierato carnevale in cui la protagonista fa implodere un regno, rifiuta la mano del pretendente Belisario e fugge alla ricerca di Bernardo, la testa senza corpo, nella terribile Foresta degli Incubi, luogo in cui la notte dura un mese. L´accompagnano nel viaggio un cavaliere affetto da amnesia e attacchi di panico, un giullare alla ricerca di passato e riscatto, un contadino ammattito perso nel suo delirante sogno, due nutrici represse e depresse e un frate mezzo cieco e libertino. Inseguiti dagli assassini al soldo di Belisario in cerca di vendetta, i personaggi incontreranno le loro paure più profonde e i desideri più nascosti, al ritmo di una violenta ballata ironica, corrosa di sogni e malinconia. La ballata della regina senza testa è un romanzo ispirato ad Ariosto e tratta di temi universali in maniera originale e anticonformista. Il racconto è una fiaba distopica che ironizza sulla gerontocrazia in Italia, la piaga del precariato, l´inutilità degli intellettuali, la disfatta del mondo accademico, l´impossibilità di soddisfare i desideri pienamente, la paura dell´uomo nei confronti delle donne emancipate e sessualmente libere. L´arte, il gioco, la follia, la seduzione e la trasgressione sono le forze salvifiche e positive da contrapporre alla crisi del presente. Non avere la testa diventa, paradossalmente, l´unico modo per liberarsi da pregiudizi e luoghi comuni per recuperare la libertà del pensiero, in un percorso in cui la scrittura diventa deterrente catartico e anarchico nei confronti dell´omologazione culturale.


Commento:


Sono rimasta piacevolmente colpita quando, già durante le primissime pagine dell'opera, quest'ultima sia stata capace di lasciarmi a bocca aperta.


I protagonisti si rivelano essere sognatori, romantici e ribelli, a tratti disperati: ricordiamo tra tutti Teodora, la bambina senza testa, che accompagna mano nella mano il lettore verso la riflessione sul tema della disparità dei sessi ed educazione della donna.

Rimane impresso, per la vicenda tragicomica, la storia di Geremia, descritto come un uomo barbuto dalle spalle larghe: egli è, infatti, un grande scienziato che impazzisce per la ragione.


Il romanzo, quindi, porta il lettore a fare una profonda riflessione dal sapore amaro sulla nostra cultura italiana.


Inoltre, mentre leggevo questo titolo, non ho potuto non pensare a quelli che sono i diritti di noi donne nel XXI secolo, prendendo spunto da ciò che è stato scritto da Pace e che da donna non ho potuto non cogliere.

Inutile negare che di passi avanti ne siano stati fatti ma non è abbastanza.

Non può essere abbastanza se il concetto di femminile viene considerato ancora sinonimo di debole o dispregiativo, un po' come Teodora, che già dalle prime pagine risulta essere sinonimo di delusione, visto che il re avrebbe voluto un figlio maschio, Ludovico.

Non può essere abbastanza se ci sono persone che pensano di poter dire come bisogna vestirsi, come usare il proprio tempo o il proprio corpo.

Uomini che non ci credono all'altezza in quanto donne e che pensano di poter comandare la nostra vita.

Perché se il maschilismo vuole l’uomo a capo, il femminismo ci vuole pari, per quello che siamo: umani fatti degli stessi atomi di cui sono composte le stelle.


Inoltre lo stile di scrittura risulta coinvolgente, appassionante, a tratti duro ma sincero, quindi non si rischia mai di annoiarsi leggendo questo titolo.


E' un titolo così coinvolgente che non vorrei dir troppo perché coloro che lo leggeranno, meritano di scoprire il romanzo pagina dopo pagina.


E' il secondo titolo che leggo dell'autore e, sebbene questo romanzo sia stato pubblicato prima di "Sado Lesbo Rock", trovo che lo stile di scrittura sia rimasto ineccepibile nel tempo. Non posso che congratularmi con l'autore.


Consiglio il romanzo a tutti coloro che apprezzano il genere o a chi ha voglia di fare una riflessione sulla cultura italiana con una storia ben scritta prendendo come spunto di riflessione la storia di Teodora e di tutti i personaggi che la circondano.


Il mio voto è:


4/5 meritatissimo.



Autore:

Lo scrittore Filippo Pace è nato a Sassari nel 1977, attualmente vive e lavora a Olbia. Insegnante di lettere, è Dottore di Ricerca in Letteratura e Filologia italiana, studioso del romanzo italiano del Novecento, ha scritto numerosi saggi sulla nostra lingua mentre era ricercatore all’università. Tra i suoi scritti ricordiamo la favola distopica “La ballata della regina senza testa”, il romanzo noir “C’era una volta la Rivoluzione”, “Il romanzo esistenzialista del Secondo Novecento italiano”. Nel 2019 ha pubblicato per Bibliotheka Edizioni il romanzo acid noir “Sado Lesbo Rock”, attualmente in promozione. Nei suoi scritti traspare tutta la passione per la lingua italiana. Le sue opere sono accattivanti soprattutto per l’uso proprio e puntuale delle parole più ricercate, delle parafrasi più acute. I suoi testi, oltre a fornire trame curiose e interessanti, sono dei riuscitissimi esercizi di stile della lingua italiana, nella forma più positiva della sua accezione. Lo scrittore coltiva anche numerose attività e interessi. È appassionato di musica rock. E si diletta con il suono della chitarra elettrica e acustica.


Alla prossima lettura,

Federica.

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