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[RECENSIONE] "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley


Buongiorno lettori!

Oggi parleremo di questo titolo nella sua nuova veste per Oscar Mondadori.


Ringrazio la casa editrice per avermi dato modo di leggere questo titolo e Io resto qui a leggere, organizzatrice dell'evento.

Titolo: Il mondo nuovo - Ritorno al mondo nuovo

Autore: Aldous Huxley

Casa editrice: Oscar Mondadori

Data d'uscita: 25 Agosto 2020

Pagine: 480 pagine

Prezzo: €28,00













Scritto nel 1932, "Il mondo nuovo" è un romanzo dall'inesausta forza profetica ambientato in un immaginario stato totalitario del futuro, nel quale ogni aspetto della vita viene pianificato in nome del razionalismo produttivistico e tutto è sacrificabile a un malinteso mito del progresso. I cittadini di questa società non sono oppressi da fame, guerra, malattie e possono accedere liberamente a ogni piacere materiale. In cambio del benessere fisico, però, devono rinunciare a ogni emozione, a ogni sentimento, a ogni manifestazione della propria individualità. Al romanzo seguono la prefazione all'edizione 1946 del "Mondo nuovo" e la raccolta di saggi "Ritorno al mondo nuovo" (1958), nelle quali Huxley tornò a esaminare le proprie intuizioni alla luce degli avvenimenti dei decenni centrali del Novecento. In questa edizione incubi e ossessioni prendono corpo nei disegni di Giuseppe Palumbo.


Mai avrei pensato di avvicinarmi a questo titolo: non perché non faccia al caso mio, ma sapete quelle sensazioni a pelle? Ecco, mai nulla di più errato.


Scritto ormai quasi 90 anni fa, nel 1932 per la precisione, "Il mondo nuovo" narra di un mondo distopico ambientato nell'anno Ford 632, che corrisponde circa al nostro 2540, in cui vi è uno Stato Mondiale in cui l'obiettivo principale è la felicità e il benessere dell'uomo.

Ma come diviene possibile ottenere la felicità di ogni singolo uomo? Tutto viene sapientemente progettato, dalla nascita di un nuovo individuo alla formazione della personalità e dei bisogni, così da non permettere l'infelicità e il desiderio di cambiamento.

In verità è come se i sentimenti fossero anestetizzati: gli uomini di questo mondo distopico non percepiscono l'insoddisfazione o sentimenti reali, data l'educazione impartita dal sistema stesso sin dall'infanzia, portando ad accettare la propria vita progettata ancor prima della nascita.

Se dovesse esser percepita anche solo una lieve forma di infelicità, viene immediatamente somministrato il "soma", droga che permette di riequilibrare e riassegnare lo stato d'animo che il sistema ritiene essere ottimale.

Non vi è possibilità di autodeterminarsi visto l'utilizzo dell'ipnopedia, ossia il sottoporre gli umani a un ascolto continuo di frasi durante il sonno che, a lungo andare, diventeranno parte integrante degli umani stessi come se fossero verità assolute.


"Oggi sembra quasi possibile che l’orrore possa ricadere su di noi nell’arco di un solo secolo. Se, beninteso, evitiamo di farci esplodere in mille pezzi nel frattempo. Infatti, a meno che non scegliamo di decentralizzare e di usare la scienza applicata non come il fine di cui gli esseri umani devono essere i mezzi, ma come il mezzo per produrre una razza d’individui liberi, abbiamo solo due alternative tra cui scegliere: un certo numero di totalitarismi nazionali e militarizzati, che hanno come radice il terrore della bomba atomica e come conseguenza la distruzione della civiltà (o, se la guerra è limitata, la perpetuazione del militarismo); oppure un totalitarismo sovranazionale, generato dal caos sociale che deriva dal rapido progresso tecnologico in generale e dalla rivoluzione atomica in particolare, e che si trasforma, sotto la necessità dell’efficienza e della stabilità, nella tirannia del benessere di Utopia. Questi i prezzi da pagare. A voi la scelta."

Prefazione.


Il romanzo viene preceduto da una prefazione all'edizione del 1946, veramente interessante in cui vi è un'analisi accurata dell'opera stessa, e "Ritorno al mondo nuovo" nel 1958, raccolta di saggi in cui Huxley stesso riesamina accuratamente quanto scritto più di vent'anni prima alla luce degli avvenimenti che si sono susseguiti nel Novecento.

Il tutto viene condito dalle illustrazioni di Giuseppe Palumbo, che a parer mio sono forti, vividi e ben fatti. Meritano sicuramente l'attenzione del lettore, lasciandosi trasportare dai suoi disegni.


Ricordate la mia considerazione iniziale? Ecco, leggere quest'opera, scritta così tanto tempo fa, mi ha permesso di ragionare davvero tanto su quello che è il nostro presente e tutto ciò che ci circonda: se volete un libro tanto bello quanto capace di dare molteplici spunti di riflessione, questo fa al caso vostro.


Il mio voto è:


Alla prossima lettura,

Federica.



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