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[RECENSIONE] "Blu" di Giorgia Tribuiani

Aggiornamento: 29 ago 2021

Buon pomeriggio lettori!

Domani, 25 Febbraio, uscirà per la Fazi Editore "Blu" di Giorgia Tribuiani; questo titolo fa parte della collana "Le strade", collana che dal 1996 raccoglie titoli di narrativa.

"Blu" è un titolo che mi ha incuriosita per via della profondità e della ricerca fatta dall'autrice per via dei temi trattati che traspaiono chiaramente dalla trama.

Una trama non semplice, per niente leggera ma che, vi anticipo, vi incuriosirà tantissimo.

Tuttavia, a volte, non basta una buona trama... la lettura è soggettiva: mi avrà catturata?


Titolo: Blu

Autore: Giorgia Tribuiani

Casa editrice: Fazi Editore

Data d'uscita: 25 Marzo 2021

Pagine: 464

Prezzo: €17,50 in cartaceo - €9,99 ebook

ISBN: 9788893258036












Ginevra, per tutti Blu fin da bambina, ha diciassette anni, frequenta il liceo artistico ed è una ragazza solitaria intrappolata in un mondo tutto suo fatto di rituali ossessivi e gesti scaramantici. I suoi genitori sono divorziati e Blu vive con la madre, una donna che lavora molto ed è spesso fuori casa. Blu ha un fidanzato, che non riesce a lasciare perché divorata dai sensi di colpa, un ragazzo che vorrebbe amare e di cui, invece, sopporta appena la presenza. L’unica cosa che ama davvero è l’arte, e disegnare risulta un’attività in cui dimostra di avere talento. Così, quando durante una gita scolastica assiste a un’esibizione di performance art, resta folgorata da quel modo di esprimere l’atto creativo e dall’artista stessa, fino a sviluppare per lei una vera e propria ossessione. A questo punto, i pensieri maniacali si fanno via via più opprimenti, finché la sua determinazione a essere una brava ragazza la porta a vivere uno sdoppiamento della personalità subdolo e pericoloso.

Un romanzo forte e diverso che ci trascina nella mente claustrofobica di un’adolescente, prigioniera di azioni morbose e incomprensibili manie, sino a svelarne il delirante meccanismo.

Il ritmo serrato, imprevedibile, e la densità della scrittura rendono in modo perfetto il tormento psicologico della protagonista e l’incessante lotta interiore per sconfiggere il suo doppio.


Ginevra è un'adolescente che frequenta il liceo artistico, vive dividendosi tra due genitori divorziati, ha un ragazzo, Roberto, per cui ormai non prova più niente e una voce della propria coscienza chiamata Blu (proprio come il soprannome che ha sin da bambina, quando rideva per il suono di questa parola quando veniva pronunciata facendo diventare "Blu" il proprio nomignolo) che la stringe in un mondo fatto di riti scaramantici e abitudini ossessive.

La sua routine subisce un forte scossone quando, durante una visita scolastica guidata a un'esibizione di performance art, resta letteralmente folgorata da questo genere di arte ma, soprattutto, dall'esponente della stessa arte, la signora Dora.


Gli altri non pensano a noi quanto noi pensiamo a noi.

Un flusso inarrestabile di coscienza, un flusso di pensieri alla James Joyce, prende il lettore e lo catapulta inevitabilmente nella testa di GinevraBlu, una psiche che cela tantissimi riti scaramantici e ossessivi: il primo che mi viene in mente avviene durante il tragitto casa-scuola dove vi sono diciannove lampioni e Ginevra, ogni mattina, torna indietro passando vicino all'ultimo così da superarne venti in totale; ogni rito, ogni pensiero, viene seguito da un "se faccio così allora non succede niente di male a nessuno".

La stessa Ginevra si sente fortemente in colpa verso la figlia della matrigna per via di un gioco avvenuto da bambine.

I pensieri, i sensi di colpa e l'assenza d'amore che la legano a Roberto, suo fidanzato da due anni, mettono chiaramente in contrapposizione la personalità di Ginevra e quella del suo alter-ego Blu: se Ginevra si sente quasi in colpa per non provar più niente verso il ragazzo, Blu l'accusa di esser una poco di buono visti i pensieri ossessivi nei confronti di Dora. Già, Dora, la donna del workshop che alberga nei pensieri di Ginevra dal loro primo incontro, e di cui vi sono pensieri fissi e continui e, quasi, soffocanti.

Insomma, un vero e proprio viaggio nella mente di Ginevra, i cui pensieri vengono padroneggiati da Blu, in un vero e proprio sdoppiamento della personalità.

Mi son anche trovata a chiedere "ma perché nessuno si accorge del problema di Ginevra?!" e la risposta è semplicemente perché è bravissima a nasconderlo, anzi, per gran parte del titolo, sembra quasi che siano gli altri ad avere un problema.


Oggettivamente è un libro validissimo, che bisogna leggere con tutta la calma possibile, concentrazione e senza alcuna fretta: il flusso di coscienza di GinevraBlu deve esser seguito parola per parola o si rischia di perder il filo.

In "Blu", l'autrice cerca di trasmettere paure, ossessioni, sensi di colpa e senso di inadeguatezza cercando, forse, anche di essere d'aiuto a qualcuno, specie vista la rivelazione che colpisce Ginevra come un raggio di luce nell'oscurità. In ogni caso, vi è un dualismo, un rapporto sano/malato tra le due personalità, Ginevra e Blu, che è tanto sottile ma soprattutto tanto tanto contorto.


E' un piccolo raccoglitore di pensieri, per quanto possano esser contorti o "strani" è un titolo che trascina il lettore all'interno delle proprie pagine.

Tuttavia... c'è un "tuttavia". Forse non era il momento adatto, forse non mi aspettavo un vero e proprio flusso di coscienza, ma è stata una lettura pesante per me. Ho provato un senso di ansia, proprio fisicamente parlando, una volta chiuso il libro.

Sebbene io riconosca la bravura dell'autrice e quanto possa esser accattivante il titolo, la lettura mi ha richiesto il triplo del tempo che impiego per altri libri; per tal motivo ci ho tenuto a specificare che è un romanzo che richiede tutta l'attenzione possibile. Infine, e non è da ignorare, mi son sentita letteralmente nella mente di Ginevra, tanto da provare fisicamente ansia dopo aver letto qualche pagina.

E' un libro che consiglio, riconoscendone la bellezza e la profondità, ma che non era adatto a me in questo periodo dove, forse, cerco letture meno impegnativi. Il voto, sino alla fine, doveva esser di 3,5; la decisione di aumentare di mezzo punto è dovuta dal finale, che ha rimesso un po' in discussione quello che è stato il mio pensiero su "Blu" per tutto il romanzo.





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